Il Maestro e Margherita — Michail Bulgakov

“Per originalità sarà difficile trovare un’opera che gli stia a pari in tutta la letteratura mondiale”.

Veniamin Kaverin

Satana, nelle vesti di Woland, professore esperto di magia nera, è in visita a Mosca insieme alla sua comitiva di stravaganti aiutanti. I primi a farne conoscenza sono Berlioz, scrittore e direttore del Massolit, un’importante associazione letteraria, e il poeta Ivan Nikolaevič un pomeriggio al parco mentre stanno parlando dell’inesistenza di Dio. Woland si siede in mezzo ai due e per provare che Gesù è vissuto, racconta di essere stato presente al suo colloquio con Ponzio Pilato. I due letterati credono di aver a che fare con uno straniero pazzo ma Woland, per essere più convincente sulle sue narrazioni, predice la morte di Berlioz, che avviene qualche minuto dopo proprio come predetto. Ivan, che assiste incredulo alla scena, impazzisce e viene rinchiuso in manicomio. Qui conosce il Maestro, uno scrittore esaurito dopo le numerose critiche ricevute dai letterati sovietici sul suo libro su Ponzio Pilato (che leggiamo come storia parallela alternata tra i capitoli). Il Maestro racconta a Ivan anche del suo grande amore clandestino con Margherita, una donna sposata che lo ha aiutato e incoraggiato tanto nella stesura del suo libro. Ed ecco che nella seconda parte del romanzo conosciamo finalmente Margherita, una donna triste che passa le sue giornate ripensando ai bei momenti trascorsi insieme al suo amato Maestro. Un giorno viene contattata da Woland e, disposta a tutto pur di aiutare il Maestro, viene trasformata in strega e verrà coinvolta in varie peripezie. Molto famoso è infatti la scena in cui Margherita, nuda e spregiudicata, vola a cavallo di una scopa sopra Mosca e distrugge l’appartamento di uno dei letterati che hanno rovinato la vita al Maestro, vendicandosi per il male fatto all’amato. Riusciranno i due innamorati aiutati da Woland a riunirsi?

Per scrivere il suo “romanzo sul diavolo”, Bulgakov ha impiegato ben 12 anni, dal 1928 al 1940, di cui Il Maestro e Margherita è l’ottava revisione. I due protagonisti compaiono soltanto nel 1931 e ne conferiscono il titolo definitivo. Ben 25 anni dopo la morte di Bulgakov, sua moglie riesce a pubblicare il romanzo sulla rivista Moskva, che verrà però censurato per ben il 12%. All’estero invece viene subito tradotto, diventando una delle opere letterarie più importanti del XX secolo. In Unione Sovietica la prima edizione integrale compare soltanto nel 1973.

Il Maestro e Margherita tratta del rapporto tra bene e male e può essere considerato come un romanzo d’opposizione al regime staliniano. Bulgakov si serve infatti di Woland e della sua compagnia di grotteschi personaggi per criticare il governo e per punire molti rappresentati del potere, giudicati avidi, privi di morale e di senso della giustizia.

“Io sono una parte di quella forza che eternamente vuole il Male ed eternamente opera per il Bene”.

Woland

La Mosca xenofoba e totalitaria degli anni trenta si riflette, pur nell’astrazione della storia, in Pilato e Afranio, capo della polizia segreta romana, nella pratica dell’interrogatorio e dell’esecuzione. In questo ambiente Bulgakov non ha vita facile ed è costretto, anche lui come il Maestro, a bruciare il manoscritto di una precedente revisione del romanzo. Una frase molto celebre entrata a far parte della storia della letteratura russa è:”i manoscritti non bruciano” detta da Woland quando davanti al Maestro fa comparire il manoscritto del suo romanzo, che aveva gettato nella stufa.

La satira sociale di Bulgakov colpisce in modo feroce la superficialità della vita moderna e sopratutto dell’élite letteraria dell’epoca, rappresentata dai membri ipocriti del Massolit, che sono protagonisti di vicende comiche e assurde imbastite dagli aiutanti di Woland.

Leggere Il Maestro e Margherita è stata un’esperienza strana e unica. La lettura è sorprendentemente scorrevole e piacevole, molte volte anche divertente, ma soprattutto all’inizio mi sono sentita un po’ spaesata. Cosa c’entra Satana a Mosca con la crocefissione di Gesù e i tormenti di Ponzio Pilato? E cosa significano i sortilegi e gli spettacoli di magia nera di Woland? Mi sono comunque lasciata trasportare dalla narrazione, tra atti vandalici e balli satanici di primavera, e andando avanti nella lettura magicamente ho trovato le risposte a tutti gli interrogativi, i fili tra le due storie si sono uniti e gli intenti dell’autore sono diventati chiari. Inutile dire che un capolavoro così originale ed importante va letto assolutamente e magari vi piacerà così tanto che, come me, avrete voglia di iniziare subito un altro mattone russo!

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