“La cultura nella nostra famiglia era una questione da autodidatti: potevi imparare tutto quello che riuscivi a studiare da solo, dopo che avevi finito di lavorare. Alcuni di noi erano più disciplinati di altri. Io ero una delle peggiori, tanto che verso i dieci anni l’unica materia che avessi studiato sistematicamente era l’alfabeto Morse, perché il papà ci teneva in modo particolare.”

L’educazione è la prima opera di Tara Westover ed è il suo libro di memorie. L’autrice ricorda infatti la sua infanzia e adolescenza presso la casa paterna e ci racconta il suo percorso scolastico che l’ha resa una persona diversa.
Tara cresce nell’Idaho in una valle ai piedi delle montagne con i genitori e sei fratelli. La sua famiglia è di fede mormona e non crede nella sanità, nella scuola pubblica e in tutte le istituzioni statali. Per questo motivo Tara e i suoi fratelli non sono iscritti all’anagrafe, non sono mai stati visitati da un medico e non sono mai andati a scuola. Solo i due fratelli maggiori hanno frequentato la scuola per un paio di anni, quando il padre non aveva ancora maturato ideali così estremisti, mentre gli altri hanno ricevuto solo qualche scarna lezione dalla madre, che lavora come levatrice ed erborista. Il padre possiede una discarica in cui lavorano alcuni dei figli maschi e anche Tara è costretta a farlo.
Tara cresce in una famiglia patriarcale, in cui il padre decide tutto, senza farsi scrupoli nel ribadire la propria autorità e la madre ha solo raramente voce in capitolo, mentre la maggior parte delle volte soccombe al volere del marito, pur rendendosi conto che i figli soffrono o sono in pericolo. Il padre è un uomo estremamente devoto, fanatico, tanto che molte delle sue decisioni sono prese dopo la lettura delle Sacre Scritture e del Libro di Mormon (uno dei testi sacri del mormonismo) e tutto quello che succede alla sua famiglia o a sé stesso è accettato come se fosse “per volere di Dio”. Ai nostri occhi risulta spesso un’incosciente, perché con la sua folle condotta mette più volte a repentaglio la sua vita e quella della sua famiglia. È davvero irritante; leggendo ti chiedi come sia possibile che un padre si possa comportare così, che non abbia scrupoli e preoccupazioni per la salute dei figli. Infatti in almeno un paio di occasioni lavorando si feriscono gravemente e lui, dopo averli lasciati in qualche modo alle cure della madre, si preoccupa solo di tornare a lavorare.

Come molti mormoni, anche il padre di Tara è un millenarista, crede cioè nell’arrivo di un’imminente fine del mondo, dopo la quale ci sarà una totale trasformazione della società, giudicata in modo negativo e inguaribilmente deteriorata. Lui li chiama i Giorni dell’Abominio e per prepararsi all’evento costringe la famiglia a fare scorte di cibo e di armi, creando ansia e incertezza soprattutto nei figli più piccoli come Tara. Nonostante tutto lei cresce serena in quest’ambiente malsano, perché crede a ciò che le racconta il padre riguardo al mondo e al modo di vivere indecoroso delle altre persone. Soltanto da adolescente, capisce invece che c’è qualcosa di malato nel modo di vivere della sua famiglia e soprattutto in suo padre.
” Ripensandoci, credo sia stata questa la mia educazione, quella che avrebbe contato qualcosa: le ore che passai seduta a una scrivania presa in prestito, cercando di analizzare piccoli frammenti di dottrina mormona e di imitare un fratello che mi aveva abbandonato. Fu così che acquisii una dote fondamentale: la pazienza di studiare cose che non riuscivo ancora a capire.”
La vera svolta sarà la scoperta dei libri e la voglia di iscriversi al college. Nonostante la scarsa formazione scolastica, Tara viene infatti ammessa alla Brigham Young University e da qui inizia la sua brillante carriera universitaria. Non saranno anni facili: l’insufficiente preparazione per affrontare gli esami, l’ambiente e le persone così diverse dai lei e anche la mancanza di un aiuto economico, la costringeranno a tante notti in bianco, a doversi trovare un lavoro e le causeranno anche seri problemi di salute. Sempre in bilico tra le idee e il modo di vivere della sa famiglia e il suo nuovo mondo, Tara si aprirà piano piano alla sua nuova realtà e si accorgerà che non è poi così brutta come descritta dal padre.
Nonostante i tanti successi, Tara si sentirà sempre inferiore e fuori luogo nell’ambiente universitario, ma la voglia di conoscere e l’impegno la porteranno sempre più avanti. Si renderà conto si essere cambiata, di non essere più la ragazzina che lavorava nella discarica pronta ad accogliere le violenze e i soprusi dei fratelli, ma di essere una donna forte ed indipendente, che grazie alla sua intelligenza e al suo impegno è riuscita a crearsi un futuro diverso da quello già scritto per lei, pur dovendo purtroppo affrontare dolorose rinunce.

L’educazione mi ha profondamente toccata. Mi ha fatto capire che molte delle cose che reputo assodate, come andare a scuola o dal medico, per molte altre persone non lo sono affatto, e non perché non ne hanno i mezzi, ma per degli ideali malati. Quella di Tara Westover è una storia davvero incredibile, soprattutto perché Tara è nostra coetanea, è nata nel 1986 e non nel 1800! Pensare che abbia dovuto soffrire così tanto per studiare ed emanciparsi è molto doloroso. Ho empatizzato molto con Tara; ho sperato che non si scoraggiasse e non abbandonasse gli studi, mi sono arrabbiata per il comportamento irresponsabile dei genitori e ho sofferto con lei per la profonda lacerazione che le sue scelte hanno provocato. Ha dimostrato di essere forte e coraggiosa ad andare avanti da sola, senza l’appoggio fisico e morale della sua famiglia, ed è stata fortunata a trovare dei professori che l’hanno aiutata, apprezzata e consigliata come avrebbero dovuto fare i suoi genitori.
“Chiunque diventerai, qualunque cosa farai, lo sei sempre stata. Era già dentro di te. Non a Cambridge. Dentro di te. Sei oro. E tornare alla Brigham, oppure a quella montagna da cui vieni, non cambierà chi sei. Può cambiare come ti vedono gli altri, può cambiare perfino come ti vedi tu – anche l’oro appare sbiadito sotto certe luci – ma è quella l’illusione. E lo è sempre stata.”
Leggendo L’educazione, ho capito di essere molto fortunata, perché ho sempre avuto la possibilità di scegliere liberamente per il mio futuro, senza dover rinunciare all’affetto e al supporto della mia famiglia. Credo che L’educazione sia un libro che tutti dovrebbero leggere per conoscere nuove realtà ed iniziare ad apprezzare di più tutto quello che normalmente diamo per scontato.
“Tutti i miei sforzi, tutti i miei anni di studio mi erano serviti ad avere un’unico privilegio: poter vedere e sperimentare più verità di quelle che mi dava mio padre, e usare questa verità per imparare e pensare con la mia testa. Avevo capito che la capacità di abbracciare più idee, più storie, più punti di vista era un presupposto fondamentale per crescere come persona. Se mi arrendevo adesso avrei perso più di una semplice discussione. Avrei perso il possesso della mia mente. Era questo il prezzo che mi si chiedeva di pagare, adesso mi era chiaro. Quello che la mia famiglia voleva allontanare da me non era un demone: ero io stessa.”